Tocca a noi calabresi difendere la Calabria

“A Roma danno i numeri. E tocca a noi calabresi difendere la Calabria, prima che diventi una regione non ‘a perdere’, come le navi dei rifiuti, ma perduta…

…Profittando anche di una Giunta regionale impresentabile, il Governo Berlusconi, tra il prendere e il portare, sta creando solo un’enorme confusione. E mi sa che, se le cose non cambiano, la Calabria non potrà fare altro che appellarsi alla Corte di Giustizia europea. E dunque: non i Bronzi di Riace deve prendersi il Governo, che appartengono a Reggio Calabria e non c’è ragione che siano trasferiti, ma la nave dei veleni di Cetraro con il suo carico inquinante.

La proposta del presidente Bova, di tenere i due Guerrieri a Palazzo Campanella, è da sostenere anche con le barricate. Mentre non camionate di rifiuti tossici, in una logica neocoloniale, il Governo deve consentire che si portino in Calabria, ma deve subito consegnare a Catanzaro la Scuola di Magistratura, come stabilisce una sentenza del Tar intervenuta dopo lo ‘scippo’ dell’ex ministro Mastella, altro che la ricerca di ‘soluzioni condivise’, come ipotizza il ministro Alfano con l’intento di prenderci in giro. Soprattutto, il Governo non deve più prendere risorse ma portarne e intanto restituire alla Calabria i fondi Fas.

Questo rovesciamento delle cose, tra il prendere e il dare, mette in luce l’esistenza di un Governo che guarda solo alle aree ricche del Paese e, a causa delle pressioni della Lega, se ne infischia della Calabria. Tutto ciò è possibile grazie anche alla complicità di una classe politica locale che non ha saputo mai valorizzazione le proprie ricchezze, dato che da 30 anni non ha avuto una sola idea per promuovere i Bronzi di Riace, uno dei veri simboli del riscatto su cui puntare, e non ha fatto altro che sperperare ingenti risorse pubbliche dando al Paese un’immagine pessima di sé e purtroppo dell’intera Calabria”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.