Manca un personaggio di carisma che sappia raccontare la Calabria

Io Saverio Strati, lo scrittore vivente più importante della Calabria e tra i più prestigiosi d’Italia, l’avrei nominato, su due piedi, testimonial ufficiale della Calabria migliore nel mondo, altro che la pubblicazione di qualche libro. Questa Regione, tra l’altro, ha nominato Assessori persino persone che non avevano alcun legame con la Calabria e ancora si danno laute – a mio avviso immeritate – retribuzioni a Sottosegretari e Direttori Generali che non vivono in Calabria. Pregare Strati di accettare l’incarico di testimonial della Calabria, organizzandogli intorno una rete efficiente e robusta di collaboratori calabresi per agevolargli il compito, sarebbe stato, dunque, il minimo che una politica dignitosa avrebbe dovuto fare. Gioire, al contrario, perché finalmente Strati ha avuto i benefici della Legge Bacchelli, è la dimostrazione che in Calabria non si pensa in grande, ma ci si accontenta di campare alla giornata….

…Strati e il suo straordinario appello rivolto ai calabresi, sono per la Calabria, almeno per ora, una grande occasione perduta. Ancora una volta, si dimostra che i nostri politici si preoccupano soltanto di eludere alla meglio le loro responsabilità, ma non sanno neppure afferrare opportunità preziose che il caso offre loro servite su un piatto d’argento. Opportunità che potrebbero ridare autorevolezza alla politica e vigore all’identità calabrese che nel Paese non è mai stata cosi misconosciuta e per molti versi purtroppo deplorata. Alla Calabria manca, tra tante cose, un personaggio dal carisma nazionale che sappia raccontarla, facendosi ascoltare dagli italiani in forza della propria autorevolezza e credibilità. Scegliere Strati quale testimonial della Calabria, sarebbe stato il migliore investimento possibile. Strati, il Principe degli Ambasciatori della Calabria in Italia, quale in effetti è per chi non vive soltanto di scambi politici/clientelari, è l’obiettivo su cui punterei senza incertezza. D’altronde, la sottovalutazione della vicenda Strati e il non aver saputo o voluto valorizzarla nell’interesse generale del popolo calabrese, è lo specchio della sottovalutazione imperdonabile delle potenzialità enormi rappresentate dai calabresi sparsi nel mondo coi quali non si è mai riusciti, tantomeno in questi sfortunati cinque anni, a intrecciare rapporti sistematici e proficui. Si pensa sempre all’utilizzo clientelare dei rapporti, così si perde il senso profondo delle relazioni e s’immiserisce la stessa attività culturale della Regione che, oltre al ‘panem et circenses’ con enorme dispendio di risorse, non riesce a proporre altro.

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